NORVEGIA

La Norvegia è senza dubbio un posto speciale, lo è per la sua confomazione geografica, stretta e lunga disposta in diagonale, lo è per la presenza dei pittoreschi fiordi, per la sua storia incredibile, per la sua natura, per le sue tradizioni  e per le grandi differenze che  ci sono tra le zone situate a nord e quelle posizionate a sud.

La Norvegia è un paese all’avanguardia che quando posso vado a vistare; questo reportage infatti riassume i miei ultimi due viaggi nell’artico, terra che amo tantissimo e che mi da sempre emozioni uniche. Mi rendo conto che il freddo, la neve, il ghiaccio, il buio non sono elementi ai quali in Italia siamo molto abituati, ma almeno una volta ogni due anni la mia anima, il mio fisico, la mia persona sentono il bisogno di andare nel grande nord. Il silenzio dei ghiacci, l’odore del vento, il fragore del mare, le luci in ogni dove, il crepuscolo della notte artica e sua maestà Aurora, sono emozioni alle quali non posso e non voglio rinunciare ed infatti la mia prima esperienza con le luci del nord è probabilmente una delle sensazioni più incredibili che madre natura mi abbia fatto provare.

Il luogo migliore al mondo secondo me dove vedere l’aurora boreale è la città di Tromso, nel nord, non a caso definita il “cancello dell’artico”, sede probabilmente della università più settentrionale del mondo, cittadina veramente graziosa ovviamente posizionata oltre il circolo polare artico.

Ma ogni viaggio nel nord della Norvegia, sia per la mancanza di collegamenti diretti con le principali città italiane, sia per la bellezza della città, non può che partire dalla sua capitale Oslo.    

Oslo, Karl Johans gt
Oslo, parco Vigeland
Oslo, museo delle navi vichinghe
Oslo, fiordo

Oslo

Per meglio comprendere questo Paese Scandinavo, prima di partire, consiglio la lettura della storia e della cultura vichinga (tra l’altro molto ben rappresentata dalla nota serie tv) e di un libro sulle esplorazioni artiche dove i Norvegesi sono assoluti protagonisti. Uno dei motivi che infatti mi hanno spinto a visitare la città e la Norvegia in generale sono i continui riferimenti e omaggi alla loro storia vichinga e l’importanza che ha avuto e ha il mare. Tantissimi sono stati infatti gli esploratori e i comandanti che hanno fatto la storia delle grandi scoperte e delle grandi esplorazioni, ne ricordo due in particolare: il comandante Nansen e il grande Roald Amundsen.

Il primo seguì con entusiasmo i consigli di un suo professore e nel 1882 si imbarcò sulla nave Viking, originariamente dedicata alla pesca delle foche, a bordo della quale trascorse un periodo navigando nel mare di Groenlandia facendo ricerche sui venti, sulle correnti, sui movimenti dei ghiacci e sulla fauna artica.

Partì molto giovane  per una spedizione per l’attraversamento della Groenlandia sugli sci e per l’osservazione delle correnti durante la navigazione nei mari della Groenlandia. Il ritrovamento di alcuni reperti di un naufragio fecero sì che Nansen si convincesse dell’esistenza di una corrente artica, che dalla Siberia  fluiva verso il Polo Nord, da lì verso la Groenlandia. Per dimostrarne l’esistenza fece costruire una nave, la FRAM, e il 24 giugno 1893 salpò da Christiania per raggiungere il Polo Nord dalle isole della Siberia, facendosi sospingere dall’ipotizzata corrente.

La nave, attrezzata con viveri per sei anni e carburante per otto, fu appositamente lasciata andare alla deriva fino ad essere imprigionata dai ghiacci. Ben presto divenne però chiaro che il movimento della nave era troppo lento; il 14 marzo 1895 Nansen, accompagnato da Fredrik Johansen, abbandonò la nave utilizzando tre slitte trainate da 28 cani e due Kayak (con in peso complessivo di 663 kg) e decise di tentare di raggiungere a piedi il Polo, distante 770 chilometri.

Durante la marcia i due incontrarono condizioni meteorologiche pessime e, giunti alla latitudine di 86°14′ N, decisero di abbandonare il tentativo e di marciare verso la  Terra di Francesco Giuseppe. Fino a quel momento nessun altro uomo era giunto così vicino al Polo Nord. I due furono costretti a trascorrere l’inverno sull’isola, in condizioni difficilissime; nell’estate del 1896 incrociarono fortunosamente una spedizione britannica guidata da Frederik Jackson, che li rimpatriò il 13 agosto dello stesso anno. Una settimana dopo anche la Fram (sulla quale era rimasto il resto dell’equipaggio mentre Nansen e Joahnsen provavano a raggiungere il Polo via terra) rientrò in patria (fonte wikipedia).

Amundsen, probabilmente l’esploratore dell’artico e antartico più straordinario di sempre, dopo confermato l’esistenza del passaggio a nord-ovest, organizzò una spedizione con lo scopo di arrivare per primi al Polo Nord. Quando però prima Frederick Cook e poi Robert Peary reclamarono la vittoria nella competizione artica, Amundsen decise di rivolgere le sue attenzioni al Polo Sud, ancora inviolato, preferendo però non dichiarare pubblicamente le sue intenzioni e tenendo all’oscuro persino il resto dell’equipaggio che sarebbe dovuto partire con lui per la missione.

Nell’agosto del 1910 salpò a bordo della FRAM dalla Norvegia per raggiungere Madeira nell’Oceano Atlantico, dove comunicò all’equipaggio il cambiamento dei piani. L’annuncio sorprese i membri della spedizione, ma nessuno decise di tirarsi indietro. Amundsen annunciò pubblicamente il cambio di programma, e la notizia fece molto scalpore sia in Norvegia che nel Regno Unito, che si apprestava a seguire la ampiamente pubblicizzata spedizione di Robert Falcon Scott, dove la notizia fu male accolta e aspramente criticata.

La Fram raggiunse la Baia delle Balene, al limite della zona ghiacciata del Mare di Ross, la Barriera di Ross, ed entro la fine di gennaio 1911 l’equipaggio terminò la costruzione della Framheim, la base della spedizione, e si procacciò una quantità sufficiente di cibo, circa 200 foche. Nelle settimane seguenti iniziò il lavoro di esplorazione e collocamento dei depositi di cibo lungo il tragitto verso il Polo. L’operazione consisteva nel caricare le slitte con viveri e strumentazioni, viaggiare per diversi chilometri lungo la Barriera di Ross, lasciando il materiale, in modo da poter partire più leggeri e avere basi di appoggio per ogni evenienza.

Dopo una falsa partenza, la spedizione partì il 19 ottobre. Dopo circa un mese di viaggio a tappe forzate, il gruppo raggiunse il margine della Barriera e iniziò ad affrontare l’attraversamento dei monti transantartici, la catena montuosa che divide l’Antartide occidentale da quella orientale con elevazione massima oltre i 4.500 metri. Raggiunsero una cresta del ghiacciaio a 3.200 metri e si prepararono per l’ultima fase del tragitto verso il Polo Sud.

Amundsen arrivò al polo sud il 14 dicembre 1911, 35 giorni prima della spedizione guidata da Scott. Dal momento che nessuna delle due spedizioni aveva portato con sé il troppo ingombrante elegrafo senza filii, l’unica apparecchiatura che avrebbe consentito loro di comunicare direttamente dal Polo, il successo della spedizione di Amundsen fu reso noto solo il 7 marzo 1912.

Amundsen tentò di raggiungere anche il Polo nord: provò dapprima con gli idrovolonati, ma fallì. Disilluso dagli aeroplani, Amundsen si convinse che il volo intercontinentale passante sopra al Polo Nord fosse possibile con un dirigibile. Così, dopo delle trattative con il governo italiano, Amundsen e il finanziatore dell’impresa Lincoln Ellsworth ottennero un’aeronave.

Il Norge si levò in volo dalle Spitsbergne l’11 maggio 1926: a bordo vi erano: Amundsen, Ellsworth e Umberto Nobile, il progettista e pilota del dirigibile, cinque meccanici italiani e otto marinai norvegesi. All’ora 1 e 25′ del giorno successivo, il gruppo lasciò cadere sul Polo nord le bandiere dei loro stati di appartenenza (norvegese, americana, italiana), e il 14 maggio atterrarono nel piccolo villaggio di Teller, in Alaska, Dopo aver percorso 5.426 km in circa 72 ore. Furono i primi a compiere un volo dall’Europa all’America settentrionale (fonte Wikipedia).

Queste sono soltanto le imprese più importanti di questi due eroi nazionali, ma la loro storia, i loro successi sono per noi molto importanti perchè a Oslo è assolutamente da vedere il Museo Fram dove si può visitare l’omonima nave, con la quale Nansen e Amundsen compirono le loro spedizioni più incredibili.

A Tromso, poi ci ritorneremo sulla cosa, consiglio di visitare il museo dedicato anche al grande Amundsen.

Altro museo da visitare a Oslo è quello delle navi vichinghe, piccolo ma spettacolare con gli unici resti delle stesse messe in esposiizone.

Per gli amanti della pittura consiglio di andare alla galleria Nazionale ove ammirare il celebre quadro “l’Urlo di Munch” oltre ad altri capolavori assoluti e di passeggiare per l’Aker Brygge, pieno di ristoranti carini e al parco Vigeland ove poter ammirare le incredibili opere dell’omonimo scultore. Per gli amanti dello shopping consiglio la passeggiata per la via Karl Johans gt.. Se capitate a Capodanno in città è favoloso vedere tutti gli abitanti di Oslo scendere verso il porto turistico e ammirare i fuochi di fine anno nel fiordo,

E’ inutile sottolineare che straconsigliatissima è la crociera dei fiordi. Per gli amanti degli sport invernali nei pressi di questa straordinaria città ci sono impianti sciistici e parchi facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.

 

museo Fram
plastico

Tromso

A mio modesto parere questo è il luogo migliore per vedere l’Aurora boreale, ho avuto il provilegio di andarci nel periodo della notte polare (da fine novembre a fine gennaio) e di godere del buio assoluto per quasi tutta la giornata, tra le 10.30 circa di mattina e le 14, il sole pur non superando nel detto periodo l’orizzonte, con i suoi raggi illumina la città che si trova sulla omonima isola creando in cielo un cocktail di luci bianche, rosse, viola, blu. I “tramonti” e le albe” si presentano di colore violaceo, ovviamente consiglio di fare le escursioni durante quelle poche ore di luce indiretta, per godere di una discreta visibilità e per ammirare le luci del tramonto.

A dir poco favolosa è la crociera che parte dal porto turistico e porta attarverso fiordi e isole del Mar di Norvegia, sino a vedere orche assassine e, con un poco di fortuna che io non ho avuto, anche le balene. Ma la cosa più bella di questa escursione artica è vedere in mare un paesaggio surreale fatto di ghiaccio  e neve, fiordi e isole una dopo l’altra per poi fare ritorno al tramonto ammirando dal mare quei colori violacei di cui vi ho parlato.

Altra escursione molto interessante è salire con la funivia sul monte  Storsteinen e vedere dall’alto un panorama strepitoso in cui si ammira l’isola e la città, oltre a poter fare ottime passeggiate. Ma a Tromso è consigliabile anche la visita al Museo polare ove vengono ben rappresentate la vita nell’artico e le spedizioni più famose tra cui quella dell’eroe nazionale Roald Amundsen il cui busto è in bella mostra. Per le famiglie può essere interessante la visita del Polaria ovvero un piccoo acquario con pesci artici oltre simpatiche foche.

Sempre in omaggio alle tradizioni marinare norvegesi e alla caccia di foche a Tromso è possibile anche visitare  la nave MV Stella Polare, con i consueti omaggi a Nansen e Amundsen.

In città è possibile visitare  la splendida cattedrale dell’artico, attraversando il ponte e fare shopping per le sue stradine piene di negozi caratteristici.

Durante i mesi invernali, con il favore della notte, Tromso diventa uno dei posti più speciali del mondo, ovvero una ottimale location per l’avvistamento dell’aurora boreale ed infatti già nel primo pomeriggio si respira tra tutti i turisti di passaggio l’emozione di poter assistere a un tale spettacolo della natura.

Si nota infatti a un via vai dall’hotel o per le strade di tante persone che in autonomia o attraverso costosi tours iniziano a organizzarsi per il grande evento, soprattutto quando il cielo è limpido. Ripeto infatti che le condizioni per poter ammirare l’aurora sono il buio e l’assenza di nuvole oltre a trovarsi a nord del circolo polare artico.

La sera si respira infatti una atmosfera magica e camminando per le strade si percepisce l’emozione dei turisti per lo spettacolo tanto desiderato. Ma Tromso, in presenza delle condizioni sopra riportate, raramente tradisce le aspettative ed ecco che il 3 gennaio 2017, alle ore 22.15, all’improvviso il cielo inizia a danzare di colori giallo e verde con dei movimenti di una eleganza che ricordano quella di una ballerina di danza classica e tutti con le teste all’insù, sbalordidi e senza fiato nell’ammirare qualcosa di inspiegabile ed emozionante.

Quella fu la mia prima aurora boreale, della durata di circa venti minuti, credetemi di una bellezza pazzesca perfettamente visibile nella piazza principale della città e a occhio nudo. 

Durante la notte polare, siamo in inverno, fa molto molto freddo, non tanto per la temperatura esterna che, opportunamente coperti, si riesce a gestire quanto per il terribile vento artico che rende molto difficoltosa a quelle latitudini  resistere per troppo tempo all’esterno.

Per evitare questo problema avevo prenotato un hotel in città con camera con finestra che dava sul cielo. In questo modo dopo cena in attesa dello spettacolo (eventuale, ricordiamolo) e per non esporre me e la mia famiglia al freddo e al gelo per troppo tempo, era possibile tornare al calduccio in camera e attendere l’evento comodamente seduto nei prssi della finestra. Ed infatti all’improvviso mi apparve sua maestà l’aurora e siamo scesi per strada per ammirarla in condizioni migliori senza il filtro del vetro.

Durante la notte polare il freddo e il gelo sono un problema, il consiglio è di vestirsi nel seguente modo: calzini termici, scarpe in goretex, calzmaglia termica e pantalone da sci, maglietta termica, pile pesante e giacca da sci, guanti e sottoguanti, scaldacollo, passamontagna, cappello di lana, e occhiali da sci se il vento è troppo forte.

Ovviamente restare in camera in attesa dell’aurora potrebbe non essere la soluzione migliore in quanto lo spettacolo potrebbe formarsi in cielo in una zona non visibile dalla finestra per cui il consiglio per non basarsi troppo sulla fortuna è trovarsi in un posto poco luminoso all’aperto con la maggiore vista sul cielo e attendere gli eventi oppure affidarsi ai tours organizzati.

Tromso, porto turistico
Tromso, veduta dalla finestra
Tromso, lato posteriore Cattedrale Artica
Tromso, tramonto polare
Tromso, veduta dal monte
Tromso, Museo polare
Narvik

Narvik

Altra città posizionata in modo ottimale per vedere l’aurora boreale è Narvik, situata oltre il circolo polare artico ma più a sud di Tromso. L’aeroporto più vicino è a circa 70 km di distanza quindi l’arrivo non è comodissimo.

Perchè quindi andare a Narvik?

Per almeno tre motivi straordinari: 1) come detto è ubicata in posizione ottimale per vedere le luci del nord; 2) per il valore storico della città in quanto durante la seconda guerra mondiale nel fiordo (meraviglioso) di Narvik si sono combattute numerose battaglie tra tedeschi e inglesi per la conquista del suo porto. A pochi chilometri di distanza infatti ci sono le famose miniere di Kiruna (Svezia) ove si estrae in grande quantità ferro all’epoca fondamentale per l’industria bellica.

3) perchè si scia sul fiordo con vista mare!

Si avete capito bene a Narvik città si scia alla grande, con impianti allocati sulla montagna soprastante (Narvikfjellet), anche di notte per la presenza di impianti di illuminazione, un vero must! Sciare in Norvegia, per gli appassionati di questo sport, è semplicemente favoloso e scendere per le sue piste vedendo il fiordo dall’alto e arrivando con gli sci fino in hotel ritengo che sia una esperienza da raccontare. Oltre alla eccezionalità della cosa mi è piaciuto molto anche vedere i Norvegesi uscire tranquillamente dalle loro case ai piedi e lungo il pendio della montagna e scendere con gli sci in città!

Detto questo devo anche aggiungere che trattasi di una città industriale dove, oltre all’emozionante museo della guerra, non c’è molto altro da vedere. 

A Narvik ci sono inoltre molti tours di altissimo livello che organizzano l’escursione per vedere l’aurora boreale ed infatti con la mia famiglia sono stato quattro giorni su quattro a gennaio con il mal tempo (e quindi tanta neve) nell’impossibilità di trovare un cielo stellato.

Incredibilmente con una delle varie organizzazioni lì presenti e con delle applicazioni particolari, la guida, partendo dalla città sotto una bufera di neve, ci ha portato a circa 100 km di distanza e ci ha fatto scendere dal furgoncino. All’esterno mi sono trovato in mezzo al nulla, davanti a un lago spettacolare sotto un cielo pazzescamente sereno e soprattutto sotto una aurora durata almeno un paio di ore……favoloso!

ESDS

Narvik,