Reportage del viaggio alle isole Azzorre – Isola di Sao Miguel
Andare alle isole Azzorre per quanto mi riguarda è stata una esperienza immersiva nell’animo e nello spirito, è stato un modo per tornare a quello che siamo o che dovremmo essere ovvero un tutt’uno con la natura e l’ambiente circostante. Raramente infatti ho provato una sensazione così completa e coinvolgente. Avevo deciso di dedicare alle isole nove giorni di un viaggio più lungo che è proseguito a Madrid e Lisbona, arco di tempo nel quale avevo messo in preventivo di visitarne almeno due, di cui una Sao Miguel.
Ma arrivato nella notte a Ponta Delgada, città più importante dell’isola, mi sono reso subito conto che le emozioni che mi hanno pervaso suggerivano di dedicare alla stessa tutto il soggiorno, cosa che ho fatto.
L’aeroporto è molto piccolo, a picco sull’oceano, dal nome “Giovanni Paolo II” in onore della visita che fece il Pontefice nel 1991; appena atterrato sono stato pervaso dall’inconfondibile profumo dell’oceano, sensazione per me unica e irrinunziabile, che avevo già provato recentemente a Città del Capo, preso un Taxi mi sono trasferito in città (dista 5/10 minuti). Nel mentre percorrevo (con la mia famiglia) la strada, scorgevo dalle viuzze e vicoli della città tutte persone vestite di bianco, di varia età e genere. Era infatti la notte di sabato 5 agosto e stavo assistendo ai festeggiamenti di un grande e famoso evento che il primo sabato di agosto di ogni anno si festeggia a Ponta Delgada ovvero il “White Ocean”, il cui dress code è appunto vestirsi tutti di bianco. Nella città si esibiscono artisti regionali, si aprono stand gastronomici, musica e DJ a volontà, che attirano migliaia di persone trasformandola così in una grande e gioiosa pista da ballo. Una festa meravigliosa il cui tema principale è appunto il mare.
Questo per me rappresentava il benvenuto di Sao Miguel al mio arrivo, con tutte le stradine abbellite con decori di commemorazione dell’oceano (conchiglie, meduse, balene, etc. etc..). Se a tutto questo considerate che i marciapiedi delle strade sono già normalmente pieni di mosaici con immagini bianche e nere e che molti edifici sono bianchi con i contorni grigi di pietra lavica, vi assicuro che l’effetto era veramente notevole.
Le isole Azzorre sono un arcipelago al largo del Portogallo, composte da nove isole vulcaniche, divise in tre gruppi, Sao Miguel (che è la più grande), poco distante dall’isola di Santa Maria, che sono quelle più vicine all’Europa continentale, poi c’è un gruppo centrale di cinque isole (Pico, Terceira, Sao Jeorge, Faial, Graciosa) e quelle più occidentali (Flores e Corvo).
Sono tutte di formazione vulcanica e la loro scoperta da parte dei Portoghesi risale ufficialmente tra il 1427 e il 1452 grazie alle spedizioni guidate da Enrico il Navigatore che vi arrivò descrivendole come disabitate , ricoperte di cespugli e invase dagli uccelli. Furono chiamate Acores ispirandosi al nome dei rapaci che si libravano in cielo. In un primo momento le isole furono utilizzate come scalo per rifornire le navi e come pascolo per i bovini ma il 15 agosto 1432 Goncalo Velho Cabral (nella piazza principale se ne può ammirare la statua), un monaco di ritorno dalle crociate, prese possesso di una isola e la battezzò Santa Maria. Iniziò così la colonizzazione dell’arcipelago e ciascuna isola fu posta sotto la responsabilità di un capitano, incaricato dello sviluppo e del popolamento. Arrivarono così contadini dal Portogallo ma anche Bretoni e Fiamminghi.
Il clima è semplicemente favoloso grazie al famoso anticiclone che in virtù della pressione atmosferica della zona rende il clima sempre piuttosto mite mai caldo né umido d’estate mai freddo e rigido di inverno. In tutte le guide di viaggio avevo in realtà letto della piovosità delle isole. In realtà (la mia esperienza è limitata ai nove giorni di agosto) mi sento di essere d’accordo con un famoso detto locale ovvero ogni giorno alle Azzorre si alternano le quattro stagioni nel senso di sole, nuvole, pioggia, nebbia, ed effettivamente il tempo era mutevole ma in realtà è piovuto pochissimo e ho goduto di giornate quasi sempre soleggiate. Chiaramente se si saliva in montagna era più probabile incontrare nuvolosità e talvolta nebbia ma la pioggia l’ho incontrata e non per l’intera giornata solo un paio di giorni.
Ma cosa fare a Sao Miguel? La risposta è semplice in quanto l’isola, come dicevo, è la quintessenza della bellezza per una natura rigogliosa, potente, immensa e per una vita sana e genuina per la totale assenza di confusione, di traffico, di industrie; l’aria è oceanica nei pressi del mare, fresca nelle alture e in montagna, sempre pulita; il cibo è di primissima qualità per l’abbondanza di pesce fresco (costi ottimi) e di carni (l’isola è piena di bovini che con tutta l’erba che c’è appaiono in grande salute). Contrariamente a quello che ci si può aspettare da una isola oceanica, infatti, il mare meraviglioso (e pulito) non è l’unica cosa bella dell’isola, quello che impressiona è il verde (misto al blu dell’oceano) che è presente in tutta Sao Miguel, un verde così immenso e rigoglioso che sembra di stare in un misto di Svizzera e Hawaii. Già Ponta Delgada è piena di parchi e di verde ma è sufficiente allontanarsi (la macchina è indispensabile) solo di qualche centinaia di metri dal centro urbano (a misura d’uomo, c’è anche una università) per riempirsi gli occhi (e i polmoni) di una natura rigogliosa con tanti fiori ma soprattutto con tante ma proprie tante profumatissime ortensie.
Ci sono inoltre percorsi pedestri e sentieri per il trekking in tutta l’isola con panorami mozzafiato comprensivi di viste sull’oceano (cd mirador) e sui numerosi straordinari laghi di origine vulcanica presenti nell’isola. Quelli che mi sono piaciuti di più sono il Lago Azzurro e il Lago Verde, l’uno adiacente all’altro ovviamente completamente circondati di verde e punti panoramici, con la bellissima cittadina di Sete Cidades.
Molto bello è anche Lagoa do Fogo, posizionato a circa 800 metri e quindi spesso avvolto dalla nebbia. Il consiglio è di non scoraggiarsi perché non appena questa di dirada il panorama è da trattenere il fiato anche perché in virtù dell’altitudine è possibile ammirare gran parte dell’isola e del mare circostante nei vari mirador.
Dicevo che le isole Azzorre sono di origine vulcanica ed infatti a Sao Miguel ci sono numerose fumarole (o caldeiras) come quelle famosissime di Furnas (bellissimo anche l’omonimo lago e tutta la zona circostante comprensiva della meravigliosa cittadina di Furnas), o come quelle (molto turistiche ma splendide) di Velha, perfettamente immerse nel verde (sembra di stare nella giungla) con alcuni laghetti termali con temperature sino a 38 gradi.
Poiché il posto è molto suggestivo e, come dicevo, molto turistico è consigliabile prenotarne la visita che dura massimo ½ ore per consentire l’afflusso di più gente.
Un altro percorso trekking molto ma molto bello è quello chiamato Salto do Prego, nella parte orientale dell’isola, in salita, della durata di circa 60/80 minuti, immerso nella foresta e alla fine si arriva a una cascata con laghetto dove fare un rilassante bagno in tranquillità.
Per quanto riguarda il mare ovvero l’oceano, l’isola presenta numerose spiagge ma quella che è piaciuta di più è Santa Barbara, immensa, piena di surfisti bravissimi ove è possibile fare rinfrescanti bagni in sicurezza per la bassa marea che fa infrangere le onde a notevole distanza dalla riva, oppure, per chi ama le rocce e gli scogli, vi sono tantissime piscinas naturali dove, sempre in ambiente protetto, è possibile farsi dei bagni favolosi in location da cartolina come a Mosteiros o a Lagoa.
Imperdibile, infine, è l’escursione di avvistamento delle balene e dei delfini che abbiamo potuto vedere in grande quantità da vicino e in perfetta sicurezza grazie alle numerose offerte presenti nell’isola.
ESDS